Il mondo in cui viviamo è attraversato da EMERGENZE continue, che ci chiamano ad assumerci responsabilità impellenti sia personali sia sociali. Ne sentiamo in pieno il coinvolgimento, a volte rischiando di orientarci verso visioni distopiche che sembrano condurci verso l’annullamento della natura umana, a volte procedendo verso visioni utopiche, che, mentre hanno un ruolo consolatorio, ci spingono verso la ricerca di soluzioni positive, richiamandoci a progettare o anche solo a sognare un mondo rinnovato e accogliente. Questi ambivalenti versanti immaginativi trovano modo di esprimersi nella loro complessità e contraddittorietà nelle opere degli artisti che declinano il termine emergenza nella sua ricchezza semantica, dunque, tra emergenza come rischio imminente di annientamento ed emergenza come approdo alla luce di nuove possibili visioni e nuovi possibili modi di esistere. Regina José Galindo, artista di fama mondiale, Leone d’Oro come Artista Giovane alla 51° Biennale di Venezia, con la sua ricerca ha sottolineato sempre le emergenze che subisce la società guatemalteca, nella quale vive. Il suo impegno per le donne e per le comunità incarna l’Arte Pubblica, nella sua accezione di arte risolutrice di conflitti. Galindo giunge all’arte performativa, passando attraverso la poesia. Nei suoi intensi testi poetici, mentre traccia una sua memoria intima e personale, denuncia la condizione femminile nel suo paese. Si avvicina alla Body Art o all’Azionismo Viennese, servendosi del proprio corpo come di una parte essenziale del linguaggio artistico, capace di denunciare le violazioni del diritto alla libertà e alla protesta. Con ¿Quien puede borrar las huellas? (Chi può cancellare le impronte?) nel luglio del 2003 l’artista, imprimendo le impronte dei suoi piedi intrisi di sangue sulle strade di Ciudad de Guatemala, ha voluto ricordare le vittime dell’interminabile guerra civile che lacera la sua terra, riuscendo a lasciare un segno indelebile, se non sulle strade percorse, almeno nella memoria collettiva della sua nazione. Per Emergenze, l’opera Ríos de gente, del 2021, ci restituisce un viaggio da una comunità all’altra per portare un messaggio comune: la necessità, l’urgenza di tutelare la vita umana. Stefano Cagol artista di livello internazionale, affronta i cosiddetti iperoggetti, ossia questioni globali così diffuse, mutevoli, complesse, per tanto difficili da comprendere, i cambiamenti climatici, i temi energetici, appartenenze, confini e pandemie, che traduce in simboli universali e opere concettuali essenziali ed evocative rivolte a un pubblico ampio. Forte la sua capacità di entrare nei territori, narrandoli in modo estremamente poetico, come in New Experiments on Vacua, dove sottolinea già nel 2016 quanto la nostra terra sia contaminata e in pericolo; con Signal to the Future, nel 2020, lancia un messaggio ancora più forte, ponendo lo sguardo sul futuro: l’umanità ha ancora la necessità di ricordare a se stessa che ha bisogno di aiuto. In questo momento storico, il lavoro di Cagol va nella direzione della presa di coscienza della condizione di emergenza del nostro pianeta. Anche lui, come Galindo, è un artista che diventa attivista e nello stesso tempo è portatore di un messaggio universale. Roberto Pugliese è un artista che ha sempre spaziato dalla sound art all’arte cinetica e programmata, fino alla performance live, come con Hipogheios, opera del 2021 di grande intensità emotiva, realizzata al Museo Madre di Napoli. La sua ricerca, che esamina nuovi punti di ricerca sui fenomeni legati al suono, sui differenti processi psichici messi in atto in relazione a strutture di origine naturale, sia acustiche che visive, piuttosto che a quelle artificiali, si avvale di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente che le circonda e con il fruitore. L’idea di creare un rapporto attivo tra opera e fruitore, spinge l’artista a dare vita anche a dimensioni nelle quali è il suono a muoversi, facendo in modo che si creino prospettive sonore diverse per l’ascoltatore. Il mondo sonoro di Pugliese prende vita e si evolve in grandi installazioni e sculture come Logoranti e macabre perversioni,..…, opera che racconta di Napoli e del culto dei morti. Di grande impatto il teschio color oro che tiene tra i denti un altoparlante, di fronte a cosa mette il fruitore, cosa vuole dirci, forse che abbiamo voce anche se non abbiamo più vita? “Dentro ognuno di noi esiste un diorama che è la mappa geografica della nostra anima.” Così afferma Gianluca Abbate, creatore di mondi tanto immaginari quanto sintesi estrema della realtà. Il brulicare di persone, il germogliare della natura in Panorama, delineano una visione edonistica della realtà. Le animazioni digitali di Abbate rapiscono lo sguardo, in Supermarket, le identità stereotipate del nostro tempo sono messe sotto una lente di ingrandimento che ci fa riflettere, ci impone di andare oltre e di immaginare di ritagliare ognuno il proprio mondo per ricomporlo poi con quello degli altri. La presenza in mostra di Svitlana Grebenyuk, artista ucraina radicata in Italia, vuole essere un segnale tangibile di quanto alta è l’attenzione per la guerra che stiamo vivendo. Alla prevaricazione, alla ferocia dell’uomo contemporaneo fanno da contrappunto i delicatissimi disegni dell’opera Kiss, progettata durante il lockdown, che diventano digitali e si fondono l’uno con l’altro, in questo bacio appassionato che ci esorta al contatto fisico quanto a quello mentale. Due emergenti completano il senso puro di questa mostra, emergere, trovare ancora una volta soluzioni, questa volta nei mondi del metaverso e dell’intelligenza artificiale. Il collettivo Meeme Mystique Project, è interprete della quarta rivoluzione industriale in corso in questo secolo, affronta nel cyberspazio il metaverso, riflettendo sui tre concetti di realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista, nell’intenzione di rompere la barriera tra spazio reale e spazio virtuale attraverso prospettive diverse. Meeme Mystique Project per Emergenze è il simbolo di un mondo nel quale l’identità non ha limiti di espansione e le personalità si moltiplicano, la fisicità scompare e diventa eterea come per Mutations, una videoistallazione che chiama il fruitore a diventare parte dell’opera, sedendosi con la protagonista, che resta comunque immersa nello schermo del proprio smartphone, significando come nella contemporaneità i rapporti umani siano pericolosamente delegati alla tecnologia. Il focus di Angela Fusillo, artista e ricercatrice, è tutto concentrato nel campo dell'intelligenza artificiale, con l’obiettivo di comprendere le possibilità Queer nel campo dell'AI. Il video digitale An AI is trying to tak about gender studies and it's kidding you del 2022, è frutto della necessità di provare i limiti della AI nel comprendere l’evoluzione del nostro mondo. Il genere è la questione del nostro secolo, la comunità LGBTQI sta affermando la sua identità, ma quando Fusillo utilizza le GAN per interpretare testi che parlano del mondo Queer, ecco che dalla AI emerge una confusione che ne rimarca i limiti. In un mondo in cui l’evoluzione umana sembra venir quasi superata da quella tecnologica, l’elaborazione del pensiero nel senso di costruire nuovi campi identitari rimane un’attribuzione prettamente umana, mentre l’AI segnala mancanza d’autonomia e una relazione salda agli schemi cisgender.

Elisa Laraia

Palazzo della Cultura, Città di Potenza

www.comune.potenza.it


Gianluca Abbate [1]

Gianluca Abbate [2]

Stefano Cagol [3]

Roberto Pugliese [4]

Stefano Cagol [5]

Regina José Galindo [6]

Angela Fusillo [7]

Meeme Mystique Project [8]

Roberto Pugliese [9]

Svitlana Grebenyuk [10]

Artists

Regina José Galindo

Ríos de gente, 2021

Video 6 minuti, Courtesy l’artista


Dove c'era un fiume, tutti cantano ha ricordato i luoghi dove un tempo c'era un fiume deviato o inquinato dall'industria mineraria che sottrae risorse agli indigeni guatemaltechi. Al Festival "Libertad para el Agua" hanno partecipato più di mille bambini, giovani e donne delle comunità locali interessate dalle società transnazionali, minerarie, idroelettriche e monocolture. A Ixcán (Quiché), Chisec (Alta Verapáz), El Estor (Izabal), Champerico (Retalhuleu), Monte Olivo (Cobán), San Juan Chamelco, Santa Rosa e altri, la gente, tra gli altri slogan e richieste, gridava: Libertà per l'acqua, Libertà per Bernardo (Caal), Per l’acqua, l'acqua è vita, non una merce. Prodotto da "Maiz de vida" per il festival "Libertad para el Agua", grazie al sostegno di Oxfam, il governo del Canada e Camino Verde.

Stefano Cagol

New Experiments on Vacua. Luftleerer Raum, 2016

HD video, 9:16 min looped

Courtesy l’artista & Canepaneri, Milano

Vediamo zolle di terra che saltano per aria. E’ l’essere umano che ferisce il terreno? Ha deciso di liberarsi di quanto non gli serve? Oppure anche i fili d’erba hanno deciso di abbandonare il pianeta, divenuto ormai invivibile? Il terreno si è stufato di convivere con l’uomo e sta cercando nuovi pianeti?

L’opera video è stata realizzata da Stefano Cagol nella Valle della Ruhr, simbolo dell’avidità di risorse del processo di industrializzazione, dove il terreno nasconde sotto la superficie ancora profonde fratture, numerosi pozzi minerari (oltre mille miniere tra Essen e Dortmund che si diramano fino a un chilometro sottoterra).

Il titolo cita un testo dello studioso del Seicento Blaise Pascal, evocando le cavità del sottosuolo, e diviene così metafora dell’atteggiamento di distacco e antagonismo con cui ci poniamo nei confronti del pianeta.

Stefano Cagol

Signal to the Future, 2020

3 min looped

Courtesy l’artista & Brixen Water Light Festival

Nell’opera video Signal to the Future, nata dall’omonima performance solitaria, Stefano Cagol lancia un segnale universale, un avviso di presenza, un tentativo di comunicare, di incontrare, di illuminare il buio, un'azione simbolica, che innesca riflessioni sul momento, che stiamo vivendo, di incertezza e incapacità di trovare un equilibrio con ciò che ci circonda.

In piena solitudine al centro della città, alle 5 del mattino, mezz'ora prima dell'alba, al crepuscolo, nel momento del passaggio tra la notte e il giorno, l’artista - come un Prometeo contemporaneo - innesca un effetto luminoso minimale, silenzioso ma estremamente presente. Ha inondato, infatti, di luce rossa la piazza vuota e la cattedrale della cittadina alpina di Bressanone in Südtirol. Ha usato un potente fuoco a mano, uno strumento nautico per definizione ad alta visibilità, un SOS estrapolato dal contesto e caricato di una nuova capacità espressiva, per lanciare un messaggio di attenzione verso il futuro.

La performance, voluta dal Brixen Water Light Festival nella Giornata internazionale della luce, in piena pandemia, è stata rimbalzata dal web e da tantissime tv del pianeta (incluse EuroNews ZDF, Fox e CNBC), raggiungendo oltre 430 milioni di spettatori.

Roberto Pugliese

Hipogheios, 2021

Studio version music, video interattivo

Daniel Bacalov, percussioni

Gilda Buttà, piano

Costanza Savarese, vocal performer

Alberto Popolla, clarinetto basso e basso elettrico

Roberto Pugliese, electronics & visuals

Gianfranco Tedeschi, double bass & electric bass

Questo progetto, ideato da Roberto Pugliese, unisce music performance a video e sound art creando un continuo rapporto di sinergia tra elementi provenienti da settori artistici differenti. Le ambientazioni di live electronics di Pugliese, in contrappunto con le percussioni di Bacalov, creano terreno fertile per la vocalità estesa di Costanza Savarese e l’improvvisazione di Alberto Popolla. Il suono della voce e degli strumenti è processato in real time da Pugliese che, a sua volta, ha la possibilità di modificare l’elettronica in risposta all’attività della performer e dei musicisti stessi. La plurimedialità del concerto performativo è gestita, quindi, in tempo reale grazie ai continui feedback tra i vari componenti nell'incessante creazione di strutture cangianti e pregne di significati che avvolgono il pubblico in un'opera d'arte totale, fluida e densa. Presentato per la prima volta ad ArsElettronica 21, Hipogeios è proposto al Madre in una nuova versione, espressamente dedicata al museo e ai suoi fruitori.

Hanno partecipato alla stesura della traccia elettronica Gianfranco Tedeschi (contrabbasso) e Gilda Buttà (piano). Lo styling di Costanza Savarese è stato curato da Viviana Crosato.

Roberto Pugliese

Logoranti e macabre perversioni, ….., 2019

resin, speakers, iron, audio playback system, composition

20 x 30 x 150cm

Su un piedistallo è ancorato un teschio tra i cui denti è posto un altoparlante. Il lavoro è ispirato all'adozione dei teschi che fa parte della tradizione napoletana. In qualche catacomba morti "extra moenia" furono sepolti. Soprattutto quelli della peste del 1656 e quelli del colera del 1865. Tragiche epidemie che decimarono la città e riempirono questi luoghi con resti anonimi, con corpi senza identità. Si pensava a salvare i vivi, e i legami con i morti furono abbandonati, perdendo il lutto privato della perdita. Il rapporto della città di Napoli con la morte è una domanda che si pone in ogni suo angolo. A Napoli la morte è l'altra faccia della vita: non la scacci, fai squadra per trarne vantaggio. Le anime purificatrici sono il legame con l'aldilà, coloro che guidano e proteggono quelli che sono ancora vivi. Di qui la pratica, ancora in uso da parte di alcune persone, di adottare e prendersi cura di alcuni teschi, ai quali fanno doni e chiedono grazie.

A partire da questa tradizione, l'artista vuole creare un'opera in cui restituisce parola e suono a un teschio, che, attraverso una lunga composizione elettroacustica, restituisce alcuni versi scritti dall'artista in giovane età. Un'opera vivida nella sua macabra perversione.

Gianluca Abbate

Panorama, 2014

7 minuti, animazione digitale

Panorama è il primo capitolo di una trilogia sulla città. Il video è un carrello su una polis che si estende in uno spazio globale infinito senza più luoghi disabitati e frontiere dove trovare riparo. In questo paesaggio non si scorge nessun percorso di riammissione per chi ne sia stato escluso, risvegliando mondi immaginari alla ricerca di un equilibrio. Il progetto è stato suggerito da Roma, città in cui Abbate vive, che, con le sue stratificazioni di edifici e rovine, è metafora della mente, in cui ogni esperienza del passato esercita influenza nel presente.

Gianluca Abbate

Supermarket, 2018

8 minuti, animazione digitale

Vorrei che ti mettessi a tuo agio, libero da ogni pensiero..., così inizia il film, con un invito a liberare la mente e a rilassarsi, mentre il caos prende forma sullo schermo. Una folla indistinta sembra non sapere dove andare, in realtà stanno tutti dormendo e tutti vogliono sognare. Supermarket è il secondo capitolo della trilogia sulla società contemporanea iniziata con Panorama nel 2014. Il lungo carrello orizzontale del precedente lavoro, in cui si vede scorrere una città senza confini, si è fermato per riprendere da vicino le persone e coglierne i gesti, immersi in uno spazio caotico fluttuante.

Svitlana Grebenyuk

Kiss, 2020

Video 30’’

Nell'opera Kiss, realizzata durante il periodo del covid 19, l'artista vuol sostituire con il disegno l'emozione del bacio, resa impossibile dal distanziamento fisico imposto dalla pandemia. La digitalizzazione della tecnica di disegno, penna e matita su carta, tende da un lato a evidenziare lo scambio e la connessione fisica ed emozionale tra i corpi, dall'altro ad attenuarne l'impatto visivo con una rete di segni che fungono da tendina e quasi celano i volti allo sguardo dell'osservatore, che attraversa lo schermo.

Preservare l'intimità del bacio, al di là dell'esibizione del suo valore simbolico, è l'elemento dominante dei quadri, cui collaborano le diverse tonalità di colore e la maggior o minore intensità dell'ombreggiatura. Cancellato nella realtà dalla malattia, Kiss è un inno all'amore pensato, immaginato e tanto più desiderato quanto più negato.

Meeme Mystique Project

Mutations, 2022

Videoinstallazione

videoproiezione su poltrona

L’opera Mutations nasce nel metaverso. Un’opera di Mixed Reality, un upgrade del concetto di realtà aumentata, la AR "proietta" contenuti virtuali nel mondo reale, la realtà mista è dedicata a consentire ai contenuti virtuali di "entrare" nel mondo reale. La videoinstallazione Mutations parla dell’inconsapevolezza delle generazioni contemporanee nel vivere una nuova dimensione relazionale. L’avatar bambina protagonista della videoinstallazione è immersa nel suo vivere nel cyberspazio della rete social, emerge dalla poltrona di una ipotetica casa reale come un’eterea figura con lo sguardo fisso sullo smartphone. La domanda è: Siamo veramente consapevoli dell’accelerazione delle nostre mutazioni?

Angela Fusillo

An AI is trying to tak about gender studies and it's kidding you, 2022

3’7’’, video digitale

An AI is trying to talk about gender studies and it's kidding you è un'opera video del 2022 che, come il titolo stesso suggerisce, vuole essere una presa in giro mirata all'esplorazione dei bias cognitivi all'interno degli algoritmi di intelligenza artificiale. Attraverso la collaborazione con una serie di AI adibite alla generazione di testi, ho ottenuto una narrazione sconclusionata che mostra i pregiudizi di sesso e di genere all'interno di questi algoritmi. Provando ad allenare tali algoritmi sui testi di autori come Judith Butler e Mario Mieli, l'opera consente di osservare come essi tentino di comprendere qualcosa che non gli è mai stato insegnato. Allo stesso modo, però, l'opera rivela anche sprazzi di ingegno da parte di questi algoritmi che pongono domande, vanno in errore e propongono soluzioni semplici. In maniera scardinata, a volte comica e spesso senza senso, questi algoritmi ci rivelano limiti e possibilità uman*.

Regina José Galindo

Regina José Galindo è nata nella città di Guatemala nel 1974, è un'artista visiva e poetessa, il cui mezzo principale è la performance. Galindo vive e lavora in Guatemala, utilizzando il suo contesto come punto di partenza per esplorare e incolpare le implicazioni etiche della violenza sociale e delle ingiustizie di genere e della discriminazione razziale, nonché le violazioni dei diritti umani derivanti dalle disuguaglianze endemiche nelle relazioni di potere delle società contemporanee. Galindo è, nelle parole di Loris Romano, "un'artista che si spinge oltre i propri limiti, attraverso performance radicali, inquietanti ed eticamente scoraggianti". Galindo ha ricevuto il Leone d'Oro come miglior giovane artista alla 51a Biennale di Venezia (2005) per il suo lavoro "¿Quién puede borrar las huellas?" e "Himenoplastia", due passaggi cruciali del suo lavoro che criticano la violenza guatemalteca che deriva da idee sbagliate sulla moralità e sulla violenza di genere, mentre chiede il ripristino della memoria e dell'umanità delle vittime. Nel 2011 è stata insignita del Prince Claus Award dai Paesi Bassi per la sua capacità di trasformare l'ingiustizia e l'oltraggio in potenti atti pubblici che richiedono una risposta. Ha anche partecipato alla 49a, 51a e 54a Biennale di Venezia, a Documenta 14 ad Atene e Kassel, alla 9a Biennale Internazionale di Cuenca, alla 29a Biennale di Arti Grafiche di Lubiana, alla Biennale di Shanghai (2016), alla Biennale di Pontevedra nel 2010, alla 17a Biennale di Sydney, alla 2a Biennale di Mosca, alla Prima Triennale di Auckland, alla Mostra Venezia-Istanbul, alla 1a Biennale di Arte e Architettura delle Isole Canarie, alla 4a Biennale di Valencia, alla 3a Biennale d'Albania, alla 2a Biennale di Praga e alla 3° Biennale di Lima.

Le sue opere fanno parte delle collezioni di Musei come: Museum of Modern Art (MoMA), Nueva York, USA; TATE London; UK; The Pompidou Foundation, Parigi, Francia, Guggenheim Collection, Nueva York, USA; La Gaia Collection: Princeton University, NJ, USA, Rivoli Museum, Torino, Italia; Daros Foundation, Suiza; Meiac, Spagna; Miami Museum of Art, Miami, USA; UBS, Suiza; Cisneros Fountanal, Miami, USA; Teseco Foundation, Pisa, Italia; Civic Gallery Foundation, Trento, Italia; MMKA, Budapest, Hungría; Consejería de Murcia, Spagna; y Art Foundation Mallorca, Spagna.


www.reginajosegalindo.com

Stefano Cagol

Stefano Cagol è nato nel 1969 a Trento, ha studiato all'Accademia di Brera e alla Ryerson University di Toronto con una borsa di studio post-dottorato del Governo del Canada. Vincitore dell’Italian Council (2019) del Ministero Italiano della Cultura e di premi come il Visit di E.on Stiftung e il Terna per l’Arte Contemporanea, lavora negli ambiti dell’Arte Concettuale, Arte Ambientale, Eco Art e Land Art, riflettendo da anni su confini, virus, bandiere, energia e questioni climatiche.

Ha partecipato a diverse biennali, come la 59., 55., 54. Biennale di Venezia, Manifesta 11, 14. Biennale di Curitiba, 2. OFF Biennale Cairo, 1. Xinjiang Biennale, Barents Art Triennale 2013 e 1. Biennale di Singapore. Gli hanno dedicato mostre personali musei come il CCA Center for Contemporary Art di Tel Aviv (2021), MA*GA di Gallarate (2019), Galleria Civica di Trento/Mart (2016), ZKM Karlsruhe (2012) e Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2000).

Nel 2022 realizza una performance nella mostra "Macht! Licht!" al Museo di Wolfsburg (Germania), partecipa al padiglione dello stato di Perak-Malesia alla Biennale di Venezia, alla serie "La Scienza a regola d’Arte" al museo MASI Museo d’arte della Svizzera italiana a Lugano (Svizzera) in collaborazione con la IBSA Foundation, a Bergen (Norvegia) è in residenza a BEK Bergen Centre for Electronic Arts e in mostra alla Kunsthall 3.14, la Galleria d'Arte Moderna di Verona gli dedica la Primaparete (fino al 30 settembre), infine sta curando e ha ideato il progetto "We are the Flood. Piattaforma liquida su crisi climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologica" del MUSE Museo delle scienze di Trento.

Stefano Cagol affronta i cosiddetti iperoggetti, ossia questioni globali così diffuse, mutevoli, complesse da essere difficili da comprendere, come i cambiamenti climatici, i temi energetici, appartenenze, confini e pandemie, traducendole in simboli universali e opere concettuali essenziali ed evocative indirizzate a un pubblico più ampio possibile. La sua pratica include video, foto, performance e installazione. I suoi mezzi sono sia la tecnologia che la natura, visto che utilizza elementi naturali come fuoco e ghiaccio e sperimenta un uso poetico di dispositivi tecnici come la videocamera a infrarossi. Parole chiave nella sua pratica sono disseminazione, spostamento e coinvolgimento nel forzare i limiti della partecipazione del pubblico e persino delle istituzioni, usando la propaganda, muovendosi nello spazio pubblico, includendo processi di viaggio transnazionale nei suoi progetti.


www.stefanocagol.com

Roberto Pugliese

Roberto Pugliese è nato nel 1982 a Napoli, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in musica elettronica al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, con il M ° Agostino di Scipio, si divide tra l'insegnamento al Conservatorio di Bari (Cattedra di Multimedialità), l'attività concertistica musicale e la realizzazione di installazioni sonore.

Roberto Pugliese ha realizzato numerose mostre in Musei, Fondazioni e Gallerie d'arte sia in ambito nazionale che internazionale tra le quali "Concerto per architettura", Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, "Aritmetiche architetture sonore", Studio la città, Verona, "Unexpected Machines", Galerie Mario Mazzoli, Berlino, "Natural Successor", Piero Atchugarry Gallery, Miami, "Cyfest 12", Stieglitz Academy of Fine Art, Sanpietroburgo, "Latitude", Latitude Artspace, Yerevan, "Touch wood", Klagenfurt Stadtgalerie, Klagenfurt, "West Bund Art&Design", Shangai, "Data De luge", Ballroom Marfa, Marfa, Texas, Museo Madre, Napoli.

La sua ricerca trae energia principalmente da due correnti artistiche, quella della sound art e quella dell’arte cinetica e programmata. Servendosi dell’utilizzo di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente che le circonda e con il fruitore, intende esaminare nuovi punti di ricerca su fenomeni legati al suono, sull’analisi dei processi che la psiche umana utilizza per differenziare strutture di origine naturale da quelle artificiali (sia acustiche che visive), sul rapporto tra uomo e tecnologia e sul rapporto tra arte e tecnologia, dando un ruolo non di secondaria importanza all’aspetto visivo. Il suono diventa, quindi, sia oggetto di ricerca, sia mezzo di espressione acustica e visiva, energia vitale che anima l’inanimato, guida per analizzare e stimolare la psiche e la percezione umana. L’idea di creare un rapporto attivo tra opera e fruitore, lo spinge a dare vita anche a dimensioni nelle quali è il suono a muoversi, realizzando diverse prospettive sonore per l’ascoltatore. L’arte esce da una realtà bidimensionale per dare vita a delle vere e proprie ambientazioni sonore e/o visive. In questo modo il fruitore viene immerso totalmente in mondi percettivi che lo accompagnano nell’esperienza sensoriale.


www.robertopugliese.com

Gianluca Abbate

Gianluca Abbate è nato nel 1980 a Salerno. Vive a Roma. E’ un regista di film sperimentali. Nel 2016, ha vinto un Nastro d'Argento e nel 2015 miglior cortometraggio al Torino Film Festival. Nel 2020 gli è stato assegnato l'Efebo d'Oro per i Nuovi Linguaggi e il Goethe Film Award al Zebra Poetry Film Festival di Berlino. I suoi film sono stati proiettati al festival di Ann Arbor negli Stati Uniti, al MAXXI di Roma, al MMOMA - Museo di Arte Contemporanea di Mosca, al Museo di Arte Moderna di Istanbul, al MOCA Hiroshima, Palais de Tokyo, e trasmessi su ARTE France. Insegna all'Accademia di Belle Arti di Frosinone e alla NABA di Roma.

Tutto il suo lavoro si basa su un processo creativo che consiste nel selezionare, catalogare, predisporre materiali presi da diverse fonti, come immagini di repertorio, video, disegni, testi letterari, poesie, suoni e quant'altro. Questo processo di ricerca si trasforma in una continua elaborazione intuitiva che, attraverso la ricomposizione dei materiali scelti, mostra immagini dalle configurazioni inattese, che danno vita a nuove interpretazioni e chiavi di lettura. Questo processo lo ha portato a scoprire quanto forti siano le connessioni tra corpo e vegetazione, inconscio e radici. Dentro ognuno di noi esiste un diorama che è la mappa geografica della nostra anima.


www.gianlucaabbate.com

Svitlana Grebenyuk

Svitlana Grebenyuk è una pluripremiata artista ucraina con sede in Italia. Le sue opere sono state ampiamente esposte a livello nazionale, così come in Romania, Cuba, Regno Unito e Turchia. Nel 2015 partecipa alla 56. Biennale di Venezia. Vince nel 2006 il Premio Italian Factory a Milano, nominata per il premio Terna, espone per il Premio Cairo a Palazzo della Permanente a Milano. Numerose le mostre personali in Fondazioni, Musei e Gallerie, come a Milano la Fondazione Durini, la Fondazione Pellicano, la Fabbrica del Vapore, il Museo di Palazzo Te di Mantova, il Museo civico di Palazzo della Penna di Perugia, il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano; all'Havana il Muséum Nacional de Bellas Artes.

Svitlana Grebenyuk porta avanti una ricerca di forma, struttura, composizione, tecnica e combinazioni di colori nella pittura, che è alla base del suo viaggio di artista, intenta a esplorare essenzialmente temi relativi alla relazione tra esseri umani e animali. Attraverso la tecnica del monotipo, utilizza colori contrastanti, di cui la luce cancella particolari tratti, in modo da rendere il dipinto "in incognito". L'artista gioca, dunque, sulla ridondanza e sulla cancellazione per esprimere la sua complessa visione della realtà.


www.singulart.com/it/artista/svitlana-grebenyuk-grebenyuk-19639

Meeme Mystique Project


Meeme Mystique Project nasce nel 2022, è un collettivo di giovani artiste, provenienti da diverse parti del mondo, Stati Uniti, Italia, Germania e India, con formazioni negli ambiti delle arti visive e del cinema, presso il Department of Art della UCLA University di Los Angeles,

DAMS di Bologna, Universität der Künste Berlin, Film and Television Institute of India. Partite lavorando singolarmente con gli NFT su piattaforme come OpenSea, Binance NFT, Rarible, Nifty Gateway, SuperRare, Foundation, Decentraland, Axie Infinity, il neonato collettivo, formatosi nel metaverso, sulle piattaforme Cryptovoxels, Somnium Space, The Sandbox e Dentraland, Second Life, Opensim, oggi viaggia in parallelo nella realtà con un lavoro di arte partecipativa che coinvolge le comunità per rendere tangibile il virtuale nel mondo reale con uno sguardo critico all’assuefazione del mondo contemporaneo alla tecnologia.


https://www.meememystiqueproject.com/


Angela Fusillo

Angela Fusillo, nata a Barletta, nel 1997, è un'artista e ricercatrice che lavora principalmente nel campo dell'intelligenza artificiale. Il suo obiettivo è quello di comprendere le possibilità Queer nel campo dell'AI, cercando di estrapolarne una narrazione che guardi oltre le logiche imperialiste ed estrattiviste che veicolano tale tecnologia. Angela Fusillo consegue la laurea triennale in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Foggia nel 2019 con una tesi sul significato di organico in quanto sistema. Consegue la laurea specialistica in Accademia di Belle Arti di Napoli, città dove si forma artisticamente, con una tesi sui bias cognitivi nelle AI. Nel 2021, partecipa alla realizzazione del progetto digitale POP NAPOLI POP per conto di Grandi Stazioni Retail e partecipa alla mostra Visioni d'Istanti, curata da Grandi Stazioni Retail. Nello stesso anno scrive per il numero ArteVita della rivista Zeusi. Nel 2018 vince Il Premio Nazionale delle Arti con un'opera pittorica, partecipa alla mostra “Ovunque”, curata da Gaetano Centrone, e vince una residenza d'artista con il progetto “Un segno nello spazio” presso la scuola d'arte La Chimera. Nel novembre del 2018 partecipa al progetto espositivo “La terza notte di quiete”, a cura di Christian Caliandro.


www.angelafusillo.com

Elisa Laraia

Elisa Laraia , nata a Potenza nel 1973

Docente a contratto di Videoinstallazione nella Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Docente a contratto di Laboratorio Audiovisuale nel Dipartimento Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.

Artista e Antropologa Visiva sceglie l’Europa e gli Stati Uniti come terreno fertile di viaggi e sperimentazioni. Nel 2001 consegue il diploma di laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e approfondisce i suoi studi presso l’Università Paris 8 di Parigi e la Wimbledon School of Art di Londra. La sua ricerca è tutta incentrata sui temi dell’identità esplorata attraverso la pratica dell’Arte Pubblica. Partecipa a residenze Artistiche sui temi dell’Arte Pubblica, come quella presso l’18th Street Arts Center di Los Angeles, nel 2017. Critici tra i quali Roberto Daolio, Eleonora Frattarolo, Bruno Di Marino, Dede Auregli, Antonella Marino, Dores Sacquegna, Rosalba Branà, Rosalba Paiano, Mili Romano hanno scritto di lei e curato le sue maggiori esperienze espositive personali e collettive dal 1999 ad oggi in Gallerie Private e Musei, come la GAM di Bologna, la Biennale Giovani artisti del Mediterraneo di Sarajevo, la XIV Quadriennale di Roma, la 54° Biennale di Venezia alle tese di San Cristoforo Arsenale Nord. Importanti nel suo percorso sono, a Bologna, il progetto Orfeo Hotel contemporary art project, opera d’arte in progress sul concetto di Scambio Identitario, dal 2004 al 2006, e la co-curatela, dal 2006 al 2009, della manifestazione annuale “Art for Art’s Shake” Osservatorio internazionale sull’arte al femminile.

Dal 2009 ha ideato e dirige in Basilicata il LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, selezionato per il premio International Award for Public Art 2018 (IAPA), promosso dall’Institute for Public Art (IPA) di Shanghai. Il LAP si pone come mediatore identitario all’interno delle comunità che di volta in volta racconta, costruendo un ritratto etnoantropologico della società contemporanea che ad oggi conta 24 narrazioni di comunità tra Basilicata, Puglia e Campania.


www.laboratoriodiartepubblica.it

contatti emergenzeexhibition@gmail.com 3389599361

Palazzo della Cultura, Via Cesare Battisti, 22, Potenza

orari di apertura 9:00/13:00 - 15:30/18:30 dal lunedi al sabato